10 Jun Planter’s Punch
Come spesso accade per certe tipologie di drink le origini del Planter’s Punch si perdono nel tempo e non sono estremamente chiare, complice anche la mancanza di fonti certe.
La data di invenzione del cocktail coincide generalmente con il 1878, ma ciò si deve al fatto che in quell’anno la sua ricetta compare sulla rivista inglese Fun.
In realtà è abbastanza accreditato il fatto che la sua nascita risalga a molto tempo prima.
Oggi si concorda sul fatto che venne alla luce come drink da piantagione: lo scopo è quello di dissetare i lavoratori addolcendo i rum di dubbia qualità a loro destinati aggiungendo primariamente zucchero e succo di limone. Altre teorie, come ad esempio quella che lo vuole brevettato dall’Hotel Planter nel Missouri o in alternativa dall’Hotel Planters in South Carolina.
Con il passare del tempo questa mistura grezza e poco nobile si evolve e si raffina fino a diventare il dissetante punch al rum oggi immancabile durante i giorni più caldi.
La ricetta: L’IBA, il principale organo di riferimento per i barman o per aspiranti tali, codifica nel 2020 l’ultima ricetta ufficiale del Planter’s Punch limitandola ai tre ingredienti della tradizione: per comporre questo drink in una versione da manuale sono quindi necessari 4,5 cl di rum giamaicano, 1,5 cl di succo di lime e 3 cl di sciroppo di zucchero. Simple as that. Dopodiché bisogna mettere tutto in uno shaker, agitare vigorosamente per un tempo di almeno 12 secondi e infine versare in un tumbler con ghiaccio.
Per una degustazione efficace e un maggior diluizione del sapore le guide in genere consigliano di aggiungere un po’ d’acqua o del succo fresco: come gran finale non dimenticatevi poi di decorare con l’immancabile scorza d’arancia o aggiungendo della frutta. Le ciliegine sono perfette per coniugare freschezza ed eleganza e completare il cocktail anche nel look oltre che nel gusto.
